MILANO. La storica società prduttrice di matite colorate Fila (Fabbrica italiana lapis e affini) si fonderà con Space per poi sbarcare in Borsa nel giro di pochi mesi.
Negoziata sul mercato Siv di Borsaltaliana, Space é una Spac, acronimo che sta per “Special purpose acquisition company”, con cui si intende un veicolo, che in genere ha un periodo di vita fino a due anni, specificamente costituito per raccogliere capitale ed effettuare operazioni di fusione e/o acquisizione di aziende (in gergo finanziario business combination).
E Space, promossa da Gianni Mion, Sergio Erede, Roberto Italia, Carlo Pagliani ed Edoardo Subert, ha appena deciso di convolare a nozze con la società di matite nata a Firenze nel 1920 e valutata 228 milioni.
In pratica, se tutto procederà senza intoppi, la Space sparirà per trasformarsi nella Fila, che già ad aprile potrebbe sbarcare in Borsa (Space chiederà il passaggio della negoziazione delle proprie azioni sul mercato Mta di Piazza Affari entro il 31 dicembre 2015).
La Spac utilizzerà i 130 milioni di liquidità che ha in pancia per ricapitalizzare la società con 50-60 milioni e abbattere il debito, mentre una trentina di milioni, al netto di eventuali recessi, sarà redistribuita tra gli azionisti della Space con un meccanismo simile a quello di un dividendo straordinario.
I restanti 40 milioni serviranno per liquidare Intesa Sanpaolo, che venderà l’attuale 13% di Fila, e per diluire il fondo Vei Capital (controllato da Palladio e Generali) che cederà anche un 4% circa. Come spiega una nota diffusa ieri in serata, le risorse messe sul piatto dalla Spac «saranno destinate al supporto dei piani di sviluppo del business di Fila», che tra l’altro passeranno «per l’acquisizione di un’ulteriore quota nel capitale dell’indiana Writefine Products Private Limited», e che permetterà alla società di lapis, che tra l’altro produce anche i giochi per bambini Pongo e Didò, di salire al 50 per cento.
Nell’esercizio chiuso al 30 settembre 2014, il gruppo Fila ha realizzato un fatturato di 228 milioni, con un margine operativo lordo di circa 40 milioni, e a fronte di un indebitamento finanziario netto di 79,6 milioni, che a dicembre dovrebbe essere sceso sui 57 milioni.
Una volta conclusa la complessa operazione, che dovrà passare al vaglio delle assemblee degli azionisti delle due società convocate tra il 19 e il 20 febbraio, la famiglia Candela scenderà dall’attuale 62,5% al 52,2% di Fila (che però corrisponderà al 65% dei diritti di voto grazie ad azioni a voto plurimo), seguita dagli investitori di Space al 34,46% (25,7% dei diritti di voto) e da Vei al 10,38 per cento.
Massimo Candela, una Massimo Candela, una volta chiusa l’operazione, oltre
che mantenere il controllo, resterà amministratore delegato della Fila, mentre Gianni Mion diventerà presidente non esecutivo.
«Il gruppo – ha commentato Mion – risponde esattamente a tutti i criteri che ci siamo posti un anno fa all’avvio dell’iniziativa ».
«Ci piace ringraziare Intesa per averci supportato fin dal 1999 nel nostro processo di sviluppo e internazionalizzazione», ha dichiarato l’ad Candela, da sempre convinto di vendere prodotti che insegnano ai bambini la manualità e che perciò non potranno mai essere sostituiti dai pc.
Carlotta Scozzari